L’opera è un classico trittico, ovvero un insieme di tre figure che rappresentano il simbolo dell’aiuto e della protezione.
L’autore è il pittore canzese Peppino Testa che negli anni 1970 raffigurò questa narrazione per la cappelletta, recentemente restrutturata dal figlio, anch’egli pittore, Roberto.
La figura più imponente è quella centrale con la delicata figura di Maria che accoglie l’umanità intera tra le sue braccia materne, a destra la bella figura di San Miro con il suo bastone da viaggio e vestito con il saio francescano mentre, inginocchiato sul suo mantello, attraversa le due sponde del lago giungendo incolume a Sorico dove concluderà la sua vita terrena e verrà sepolto nel santuario dove ancor oggi i fedeli accorrono per chiedere la pioggia nei momenti di siccità.
L’ultima figura a sinistra celebra l’immagine dell’angelo custode, ed in particolare è raffigurato l’arcangelo Raffaele che avrà il compito di aiutare e proteggere il giovane Tobia lungo il suo cammino.
Durante il viaggio Raffele indicò a Tobia la strada più sicura e lo salvò più di una volta senza mai rivelarsi come angelo, se non alla fine del suo percorso.
E’ la cappelletta dell’aiuto e della protezione per chi si trova nelle avverse difficoltà della vita quotidiana.